sabato 10 gennaio 2009

E' il mio cuore, il paese più straziato.

Di queste case
non è rimasto
che qualche
brandello di muro



Di tanti
che mi corrispondevano
non è rimasto
neppure tanto


Ma nel cuore
nessuna croce manca


E' il mio cuore
il paese più straziato

(G. Ungaretti, San Martino del Carso, 27 agosto 1916).



Brandelli. Brandelli dappertutto. E le gambe dei soldati, certe gambe attorcigliate su se stesse, arrotolate, come quelle dei fantocci. Quando non sono state strappate via dalla deflagrazione. La bocca aperta, gli occhi sbarrati. Sono i soldati di Hamas. Terroristi. Quelli che stanno per divenire eroi agli occhi dell'opinione pubblica. A Roma il sindacato Flaica club ha proposto di boicottare i negozi ebrei; nel quartiere residenziale intorno a piazza Bologna sono comparse svastiche e scritte antisemite. A Milano e in altre città scivolano in corteo bandiere per la pace, mentre si bruciano quelle israeliane. In occidente, la pace coincide con altra violenza. Come si può inneggiare alla pace, mentre si brucia la bandiera di un altro paese? Non sono stati gli italiani, si dirà, appartengono alla comunità palestinese. Noi non c'entriamo. Ma quanti italiani stanno dalla parte dello Stato ebrico, quanti conoscono davvero la storia di questi due popoli? Chi è l'aggressore, e chi l'aggredito? Israele, ne sono convinti i pacifisti che bruciano bandiere e imbrattano saracinesche, è il colpevole. In fondo, noi tutti desideriamo una pace. La pace è benessere, è serenità, eguaglianza. Nell'ingenuità del pensiero occidentale, Israele vuole Gaza, perché Israele è filo-americana. E' dura, pensare questa guerra con gli occhi di un odiato israeliano. E' molto meno faticoso vedere la guerra con gli occhi di chi la guerra può solo subirla, senza poterle sfuggire o controbattere: con gli occhi degli innocenti di cui si sta facendo strage. Semplice: io sto con i più deboli. Se il conflitto potesse ridursi a una contesa fra prepotenza e debolezza, sfocerebbe nella naturale risoluzione dell'annessione di Gaza e in un accordo duraturo.

Michael Oren, docente universitario richiamato in servizio come riservista, afferma: "Per Hamas è molto semplice vincere, non deve fare niente, deve solo riuscire a mandare qualche razzo dall'altra parte, e più palestinesi muoiono più la loro popolarità aumenta. [...] Hamas è nello spirito della gente". Ormai Hamas sta prendendo piede (paradossalmente) anche nell'ideologia pacifista: ciò che appare irrazionale è voler a tutti i costi conciliare il terrore con la placida tranquillità degli europei, inglobare Gaza e assimilarla con tutte le sue contraddizioni, rifiutandosi di capire che nella Striscia aleggia lo spettro iraniano e i bambini hanno perso l'innocenza per guardare la morte negli occhi, lanciano pietre contro gli israeliani e muoiono senza potersi chiedere perché.
Ma è poi lecito che un bambino debba comprendere il senso del proprio sacrificio, quando in fondo non c'è senso che regga ed egli stesso dovrebbe ancora riposare nel candore dell'infanzia? Penso a Edmund di "Germania anno zero", che cercherà la salvezza gettandosi nel vuoto, penso a Picasso: Gaza è una seconda Guernica. A Zeitun, giovedì, sono stati trovati quattro bambini intorno alla mamma morta da giorni. Ahmad Talal al Samuni ha ventitrè anni e insegna religione. Ecco la sua testimonianza:"Uccidono la moglie di mio fratello, Maha, vent'anni, incinta di due mesi. Altre esplosioni. C'è un fumo nero, denso. Non riesco a vedere le mie dita. Però vedo un corpa senza testa, lo riconosco dai vestiti: è mia madre. Si chiamava Rahmah.[...] Mia nipotina Sala aveva cinque anni e un'enorme ferita alla testa. Ha roteato gli occhi, ha detto Baba!Baba! Mi è morta davanti".(dall'articolo di Francesco Battistini).
Un'inaccettabile strage di innocenti costretti già durante il primo decennio di vita ad apprendere la strategia dell'odio e della vendetta, che da adulti li condurrà alle terribili scelte di diventare kamikaze o seguaci del terrorismo islamico. Perché i bambini hanno una sensibilità infinitamente sviluppata rispetto agli adulti, sono portati a vedere il mondo con gli occhi del poeta, amplificando il dolore provato e distorcendolo come fa Van Gogh con gli ulivi contorti. L'unica arma in loro possesso, per poterlo alleviare, è il reagire d'istinto. Impermeabili alle ideologie ma facilmente plasmabili dagli adulti, rispondono con le pietre all'invasione israeliana, imitando gli uomini palestinesi. Nel tentativo di vendicare la morte di fratelli e sorelle e accettare, anche senza risposta, la propria devastazione interiore. Incapaci d'interpretare i versi di un Ungaretti, già li sanno, già li comprendono nella propria minuscola ingarbugliata coscienza.

1 commento:

  1. si racconta che un giorno davanti a questo quadro in esposizione s'incontrarono Pablo Picasso e un soldato tedesco.
    il soldato disse a Pablo: "l'avete fatto questo"
    e il grande Pablo rispose: "no!l'avete fatto voi"

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