lunedì 20 aprile 2009

Lisboa mon amour

Lisboa ha la leggerezza di un amore vissuto in sogno, sognato in un'altra vita. Una finestra sul fiume della memoria che perennemente scorre e sedimenta fino al termine dei nostri giorni, in un sentimento di saudade che avvolge chi non le appartiene entrando tuttavia a farne parte.
Chi si ferma a Lisboa, diventa di Lisboa. Se può esistere una città in cui potersi sentire a casa, oltre a quella in cui siamo vissuti o abbiamo passato magari l'intera nostra vita senza mai allontanarcene, come accade per molti anziani, questa città è Lisboa.
E la canzone che la rappresenta, se possiamo associare una canzone a una città, è "Minh'alma" cantata da Mariza (http://www.youtube.com/watch?v=35tsdp5DmPc).
(Oh Soul!My Soul...
Tell me who I am
Oh Soul! My Soul...
Tell me where I'm bound
Lisbon, make love to me, that's where I'm bound
Running through the streets of the past
My fado is the future
But I vow
My love
That I will make love to my past
Without saying where I'm bound
Oh Soul! My Soul...
When I get away from myself
I am the sea
Of other lands, of other people who I've never seen
My song and my dream is not died
My love, My love, I'm the people
I'm farther from me).

Si prende posto sull'aereo, per allontanarsi dalla città, e nel momento in cui le turbine dei reattori accelerano per raggiungere la massima potenza e l'aereo inizia la sua folle corsa per decollare, come in un vortice ci si dispiegano davanti i vicoli della città, i miradouros da cui ammirare il Tejo e i tetti delle case, la magia dei chiostri, la luce sui muri, i gabbiani, gli elevadores, la gente; e per un istante percepiamo distintamente il suono di Lisboa, che è quello dolce del verso sussurrato in una stanza all'orecchio di chi amiamo, per un istante si percepisce il soffio di una farfalla che volteggia nella nostra mente e rappresenta il battito della città, per un istante un brivido ci percorre la schiena e prendiamo coscienza di averla posseduta e di tradirla distaccandoci da lei: gioia e dolore come nell'orgasmo quando finisce.
Solo considerandola dall'alto, da lontano, possiamo parlarne. Perché negl'istanti in cui la esperiamo in tutta la sua fulgida bellezza, siamo consapevoli che nonostante tutto ci sfugga, come la ninfa Clori sta per essere rapita da Zefiro nella Primavera del Botticelli, ma ancora si sottrae al suo possesso. Il vento raggiunge Lisboa e la sposa avvolgendola in un manto azzurro, piegandosi sopra i colli, insistendo nei vicoli nascosti creando un girotondo di foglie, ansimando nelle gonne delle donne per sparpagliare i loro profumi come petali sul selciato, fischiando nelle fessure dei vecchi abbaìni, srotolando e trascinando per i capelli le belle nuvole mutevoli.
Mangio un ultimo bolo de arroz, i granelli di zucchero mi riportano nei vicoli dell'Alfama, il lieve gusto amaro della superficie cotta mi conduce con la mente agli odori che a mezzogiorno aleggiano su per le scalinate del quartiere, un insieme di spezie e aromi di pesce alla brace, nel silenzio della pausa pranzo, nel sole allegro che spiove nelle piazzette sconosciute ai turisti, dove le donne portoghesi stendono il loro bucato e i bambini di ogni colore giocano a palla. Nel bolo de arroz ritrovo la luce dei chiostri, l'azzurro del cielo riflesso nelle pozzanghere, l'essenza della città, come Proust con la madeleine; l'aria dell'oceano mi travolge in un'ondata di freschezza: sono un gabbiano, volteggio sopra il castello di Sao Jorge fino alla torre di Belém, nelle cui feritoie il vento narra storie di terre lontane. Sono qui e sono altrove, la mia anima diventa mare, il mare m'invade e stempera i miei pensieri in stelle notturne riflesse sull'acqua. Lisboa mi è entrata nelle vene e mi scorre dentro ogni giorno che mi risveglio, con tutto il suo abbraccio di felicità. Ogni porto accoglie il viandante, in ogni città sul mare possiamo trovare la nostra felicità; ma a Lisboa ci aspetta l'altra parte di noi dalla quale siamo disgiunti.

Ballerina



Ballerina

indaffarata

fra nido e cielo

a nutrire

i tuoi piccoli,

vorrei avere

la tua leggerezza

per danzare nella vita

piuttosto che restare

inchiodata ai miei pensieri

sul letto

come Dio in croce.