giovedì 7 luglio 2011

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martedì 5 luglio 2011

No TAV, no Cav.


Quasi perfetto. Come un delitto. Peccato che questa nuova norma dul Lodo Mondadori faccia piuttosto rumore, anzicché passare in sordina secondo le speranze (mal riposte) del Presidente del Consiglio. Una volgare norma per salvare il volgare denaro del Premier, che viaggia in elicottero e consola il suo pesante lavoro di politico e imprenditore con festini a luci rosse.
E intanto chi decide di salvare la Val di Susa da inutili e dispendiosi (nonché nocivi alla vita dell'intera valle) lavori, viene etichettato come un "volgare delinquente" (Cicchitto). Fermo restando che "la violenza uccide la politica" (Vendola), e che ogni rivoluzione, se necessaria, richiede comunque una contrapposizione (e al momento gli italiani non sono nelle condizioni di opporre la dottrina di Gandhi), di volgare, finora, abbiamo assistito solo alle farse del Cav e dei suoi discepoli. Italiani, grandi teatranti. Va in scena l'Italietta delle orge, l'Italietta dei panni sporchi stesi ai balconi (prendiamo esempio: chi ha qualche problemone in famiglia, non abbia paura di spargerlo ai quattro venti, per sfogarsi e liberarsi dei rospi indigesti, Italia docet).
La scrittura è il mezzo più efficace per risolvere i nostri problemi: nessuna medicina cicatrizza meglio e in maniera rapida le nostre ferite interiori (i cui segni restano comunque nel tempo, indelebili: Look back in anger).
E allora, per liberarsi di questo rospo italiano, italianissimo, non usiamo bottiglie di ammoniaca, iperché i poliziotti, per dirla con Pasolini, sono i poveri, mentre chi sta al governo non scende in mezzo alla gente comune, non si sporca le mani, sniffa polvere bianca, e non certo quella dell'Eternit, partecipa ai funerali dei soldati uccisi in Afghanistan e subito dopo va a pranzo a piazza di Spagna. Non indignatevi, va in scena la meravigliosa lugubre farsa dell'Italietta di oggi.