Attraverso la fenditura del silenzio scivola il fascio luminoso delle parole. Spina dolce che ferisce la carne e la fa sanguinare di lacrime, sei un pensiero dominante, che ha quasi vita propria come il quadro una volta dipinto: tu sei là, dietro lo specchio della mia mente; se allungo la mano per toccarti sfioro soltanto la superficie fredda che mi rinvia la tua immagine sovrapposta alla mia.
I miei occhi, scopro, sono diversi dal solito: più luminosi, più intensi, quasi umidi, pieni d'amore. E non posso neanche più nasconderlo: è come se gridassero ciò che non posso esprimere nel reale, come se un assurdo incantesimo mi avesse tolto la voce, e potessi solo cantare attraversi i versi questo amore profondo come il mare.
E' nei versi, che scendo libera in mare e ti respiro, senza bisogno d'indossare maschere o vestiti: sono me stessa, le mie mani tornano bianche, posso raggiungere la prateria di cimodocea e abbracciarti come l'Hippocampus resta attonito arrotolato al suo stelo. Soffio nelle canne d'organo delle spugne e questi versi prendono forma nell'azzurro:
Ebbra di te
quanto l'aria
dell'odoroso giacinto
cammino
con la lentezza gravida
di chi in grembo nasconde
l'amore.
Avvolgimi
nei tuoi petali azzurri
perché sopporti il freddo,
riposami
in cuore.
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