Non amo parlare di politica, perché nel momento stesso in cui se ne parla si rischia di cadere nell'errore della propaganda. Ma esistono momenti storici in cui è inevitabile sottrarsi, e forse è inevitabile cadere nell'errore della propaganda. Citando la leader democratica birmana Aung San Suu Kyi, c'è un tempo per tacere e uno per parlare. Quando se ne sente un bisogno impellente, siamo già in una fase avanzata di attacco alla democrazia. E' come un dente che comincia a dolere, sotto al quale da tempo ha iniziato a lavorare la carie.
Tutti noi in questi giorni abbiamo sentito parlare (a ragione e a sproposito) del programma di Fazio, in cui Saviano ha avuto il coraggio di affermare ciò che sembrava essere stato dimenticato o diluito dall'assuefazione della gente. Ecco il primo sintomo della democrazia malata: assuefazione. Abituarsi a tacere, accettare di essere puniti o criticati per atti in realtà moralmente corretti, sorridere di fronte alle volgarità e ai biechi interessi del governo imperante, fingere di stare bene in un Paese in cui si sta soffocando a suon di bigottismi e - per contro - seni e fondoschiena mandati in onda a tutte le ore, questo è già un sintomo dell'assuefazione.
Leggo stamane un articolo di Aldo Grasso, pubblicato in seconda pagina sul Corriere:
Il ceto medio riflessivo ha il suo nuovo Michele Santoro. Si chiama Fabio Fazio. L'incipit suona chiaro: la gente che riflette non ha il diritto di riflettere, ma solo lasciarsi riempire gli occhi da seni abbondanti e sederi imbarazzanti, riempirsi il cervello di barzellette sbrodolate, camminare col mento rivolto a terra. Se di tanto in tanto il ceto medio avverte il bisogno di riflettere, non è capace di farlo autonomamente, ha bisogno di una guida spirituale, in questo caso Fazio/Santoro.
Fazio e Santoro sono due grandi professionisti del giornalismo, al contrario dei tanti Minzolini, Fede e sostituti mediatici del Presidente del Consiglio. Fazio e Santoro sanno darci un pasto digeribile e assimilabile, come Corradino Mineo che è stato oscurato da maggio e sostituito dall'imperdibile Buongiorno regione, ma che continua a lottare per chi riceve il segnale dal digitale terrestre. Il resto dei tg, eccetto quello di Mentana su La7 e quello di Rai3, sono solo insopportabili polpettoni domenicali che vanno su e giù nello stomaco, che tutti apprezzano ma nessuno è capace di digerire. Quante notizie siamo in grado di discutere, quanto apprendiamo, guardando il Tg4 o Rai1? Quanto sappiamo muoverci nel mondo, se ci rifilano gli adorabili telefilm di Italia1 in cui non si fa altro che ridere e assuefarsi all'incoscienza? Nessuno biasima il riso. Il riso è sintomo d'intelligenza. Benigni, in Vieni via con me, ci ha fatto sganasciare dalle risate, e senza Benigni lo spettacolo sarebbe rimasto senza un cuore. Ma che Aldo Grasso concluda il suo articolo con la frase Un solo favore: risparmiateci la manfrina del programma culturale e ripensate alla promessa del nuovo che Roberto Saviano avrebbe dovuto mostrarci , suona inaccettabile. E se persino Travaglio non ha saputo cogliere il significato del suo discorso, aspettandosi qualcosa d'altro, piuttosto che parlare di magistrati coraggiosi, perché ormai tutti sanno che Falcone ha lottato per un Paese migliore, e non c'era bisogno di ribadirlo, suona strano.
Le nuvole si sono addensate, sopra l'Italia. Almeno lasciamo diradare le nubi della nostra mente, riflettiamo pure senza paura, per vedere meglio quell'orizzonte lontano che è il Nostro Futuro.
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